Artrosi del ginocchio: l’agopuntura associata alla moxibustione riduce i livelli di TNF-alfa e MMP-3

Introduzione

Lo studio che vi presento è importante, poiché dimostra gli effetti della moxibustione nell’artrosi del ginocchio di coniglio ad un livello biochimico: quindi oggi possiamo descrivere l’agopuntura non solo nei termini della medicina tradizionale cinese di qi, yin, yang etc…ma in modo scientifico, in accordo con i parametri della nostra medicina occidentale. Due sostanze sono particolarmente importanti nella genesi e nell’evoluzione dell’artrosi del ginocchio: si tratta del fattore di necrosi tumorale di tipo alfa (TNF-alfa) e della metalloproteinasi di tipo 3 (MMP-3). Lo studio che vi presento (Ping Yue et al., 2016) indaga proprio gli effetti dell’agopuntura associata alla moxibustione (“ago caldo”) sulla concentrazione di queste due sostanze all’interno della cartilagine di conigli affetti da osteoartrosi del ginocchio (KOA).

Metodi

Trenta conigli maschi bianchi giapponesi sono stati suddivisi casualmente in due gruppi, ciascuno costituito da 30 esemplari, uno che serviva da “modello” ed uno sottoposto a trattamento con agopuntura più moxibustione. Per effettuare tale terapia, sono stati utilizzati tre punti “classici” di agopuntura (ST-35 dubi, SP-10 xuehai e GB-34 yanglingquan), nei quali sono stati infissi aghi filiformi, attaccando al loro manico una colonna di moxa accesa. Il trattamento è durato 20 minuti, ed è stato effettuato una volta al giorno per quattro settimane. Sono stati utilizzati appositi parametri per quantificare la gravità del dolore e la funzionalità delle ginocchia. Per misurare i contenuti di TNF-alfa e MMP-3 i ricercatori si sono avvalsi di test radioimmunologici; sono state anche osservate al microscopio le modificazioni patologiche dei tessuti cartilaginei.

Risultati

Sono stati osservati una significativa riduzione del dolore e del gonfiore articolare ed un significativo miglioramento della funzionalità delle ginocchia per effetto dell’agopuntura con moxibustione rispetto al gruppo “modello” che non aveva ricevuto tale trattamento; nel primo gruppo, rispetto al secondo, la concentrazione della MMP-3 e del TNF-alfa si era ridotta in modo significativo. Al microscopio ottico, l’infiltrazione infiammatoria della cartilagine articolare si era anch’essa ridotta in modo significativo, mentre l’aspetto dei tessuti cartilaginei era migliorato in modo significativo, come dimostrato dalla disposizione dei condrociti che appariva meno disordinata. L’intervento di “ago caldo”, concludono gli Autori, può migliorare la funzione motoria dei conigli con KOA, attraverso la riduzione dei livelli di due sostanze chiave del processo artrosico, il TNF-alfa e la MMP-3.

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