Agopuntura e Psicoterapia nell’Ansia: l’alleanza vincente

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“Il dottor Giuseppe Fatiga di Torino tratta con agopuntura i disturbi di ansia e di panico. Chiamalo al 3809043007 per prenotare una seduta di agopuntura a Torino”

Terapia dell’ansia e del panico a Torino 

I disturbi d’ansia sono sostenuti da alterazioni del funzionamento del cervello, che possono essere corrette dall’agopuntura, praticata a Torino  da professionisti abilitati e accreditati. Già dopo poche sedute di i circuiti nervosi che sono alla base dei sintomi d’ansia sono spenti, ma questo non vuol dire che i soggetti siano guariti e che non possano ricadere. Talora vi sono infatti dinamiche psicoemotive, per lo più di natura conflittuale, che riemergono dalle profondità dell’universo psichico, e riattivano in tempi più o meno rapidi i circuiti suddetti: sono questi i casi in cui la psicoterapia è in grado di incrementare la capacità dell’individuo di riconoscere e rimuovere per sempre i fattori psicologici che innescano l’ansia e il panico. L’alleanza tra l’agopuntura e psicoterapia è davvero vincente: l’agopuntura sin da subito fa stare meglio il paziente, attenuando in modo spesso eclatante un po’ tutti i sintomi d’ansia, sia fisici che psichici, mentre la psicoterapia agisce in modo profondo ed incisivo sulle cause sottostanti. Si tratta quindi di un grande aiuto per lo psicoterapeuta, che spesso non riesce a condurre come vorrebbe il percorso di terapia poiché il paziente è totalmente assorbito dalle paure e dai timori innescati dai sintomi fisici. La psicoterapia, ed in particolare quella cognitiva, può anche essere utile a gestire meglio i momenti critici di ansia, come gli attacchi di panico: pure in questo caso la sinergia tra agopuntura e psicoterapia risulta straordinaria.

L’agopuntura in Torino: cosa accade al cervello in preda all’ansia

Nel soggetto ansioso si attivano in modo incongruo i circuiti difensivi della sopravvivenza, in particolare l’amigdala, senza che esista un reale pericolo.

Se è vero che un osservatore esterno, neutro e distaccato, non rileva pericoli reali che spieghino l’ansia di chi la prova, è pur vero che per il cervello dell’ansioso il pericolo esiste ed è questo ciò che conta. Questo dato è confermato dai pensieri dominanti in quel momento (“c’è pericolo” “non sono al sicuro” “sta per accadere qualcosa di brutto”), dall’attivazione di strutture del cervello deputate alla reazione di lotta-fuga, come l’amigdala, e che si può osservare con la risonanza magnetica funzionale, nonché da tutte le modificazioni fisiologiche ed ormonali dell’organismo.

Nel panico il pericolo è ancora maggiore, e riguarda la possibilità di una morte imminente, come denotato dall’allarme generalizzato delle strutture del cervello e degli  organi del corpo, e dai pensieri catastrofici che l’accompagnano (“sto per morire” “sto per impazzire”).

Quindi per il cervello il pericolo c’è ed è reale. Non è possibile più di tanto ridurre l’ansia solo col ragionamento, ma occorre calmare il cervello ed insegnargli che non c’è alcun pericolo reale. Come si può ottenere questo?
Attraverso l’agopuntura del dottor Giuseppe Fatiga, che svolge la sua attività a Torino. Come vedremo oltre, alcune tecniche di psicoterapia cognitiva possono essere grandi alleate dell’agopuntura, e facilitare il rapido spegnimento dei circuiti difensivi del cervello.

Aiutare il cervello a distinguere ciò che è pericoloso da ciò che non lo è 

Per comprendere gli effetti terapeutici dell’agopuntura e della psicoterapia, occorre tenere presente un importante modalità di funzionamento del nostro cervello: la memoria di lavoro. Il cervello, istante per istante, decide di cosa occuparsi, qual è la priorità a cui rivolgere la sua attenzione ed il suo lavoro. Solo ciò che entra nella memoria di lavoro cattura l’attenzione del cervello del soggetto; tutto il resto passa in “sottofondo”.

L’ansia ed il panico sono esperienze rilevanti, e quindi esperite dal soggetto in modo consapevole, solo se e quando entrano nella memoria di lavoro. La struttura del cervello responsabile della memoria di lavoro è la corteccia prefrontale laterale, una parte molto più evoluta e raffinata rispetto all’amigdala, che è struttura antica e rozza.

Quando un’esperienza di potenziale pericolo entra nella memoria di lavoro, la corteccia prefrontale laterale inizia ad analizzare l’ambiente esterno, focalizzando l’attenzione e prestando attenzione ai minimi segnali, soprattutto di tipo visivo. A questo punto le stimolazioni sensoriali aumentano l’attività elettrica dell’amigdala ed attivano i circuiti difensivi del cervello.

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I pensieri ansiogeni e le interpretazioni catastrofiche amplificano tutti questi processi, focalizzando sempre più profondamente la memoria di lavoro sulla situazione di pericolo.

È da queste considerazioni che prende le mosse un’efficace terapia dell’ansia e del panico.

TECNICHE DI DISTRAZIONE E RESPIRO

Da quando un potenziale pericolo entra nella memoria di lavoro a quando si innescano nel cervello le risposte difensive passa un lasso di tempo di alcuni minuti.

Non appena un pericolo potenziale inizia ad affacciarsi alla coscienza, è possibile estrometterlo dalla memoria di lavoro attraverso “tecniche di distrazione”.

E’ ben nota l’esperienza di “sfuggire” ad un attacco di panico quando un evento esterno imprevisto (magari una telefonata improvvisa, vedere un incidente) distrae la nostra attenzione ed impedisce al panico di “montare” e scatenarsi. Si tratta di eventi fortuiti, ma esistono tecniche capaci di agire con lo stesso meccanismo.

La più nota di queste è l’addestramento al respiro: concentrandosi sul respiro la mente viene distratta dalla situazione di ansia. Osservando l’alternanza di inspirazioni ed espirazioni si tiene impegnata la memoria di lavoro.

Anche l’osservazione del “mondo esterno”, focalizzando l’attenzione sui dettagli naturalistici e quindi non pericolosi dell’ambiente circostante, come i suoni e i colori, riempie la memoria di lavoro impedendole di elaborare segnali di possibile pericolo.

Fissare l’attenzione sui segnali innocui provenienti dalle varie parti del corpo, come quelle tattili, ottiene gli stessi risultati.

Anche impegnarsi in un’attività fisica, come quella sportiva, distrae efficacemente il cervello dal pericolo.
L’agopuntura migliora la capacità di mantenere la calma nelle situazioni temute e di spostare con maggiore facilità l’attenzione sui dettagli non pericolosi del mondo esterno e interno. In altre parole, l’agopuntura rafforza le capacità di autocontrollo.

 

TERAPIE COGNITIVE DI RIVALUTAZIONE

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Le false credenze e le interpretazioni catastrofiche, secondo la teoria cognitiva dell’ansia, sono responsabili dei vissuti di paura, ansia e panico. La corteccia cerebrale, soprattutto quella prefrontale, dove avvengono i processi di ragionamento, analisi e attenzione, è infatti strettamente connessa all’amigdala, ed è capace di influenzarne una maggiore o minore attività. Pensieri come “sono in pericolo”, “chissà cosa accadrà”, “morirò” e simili, attivano l’amigdala e i circuiti difensivi del cervello da cui dipendono i vissuti di paura e ansia. All’opposto, pensieri come “sono al sicuro” possono calmarla.

La terapia cognitiva insegna a riconoscere i pensieri disfunzionali in quel periodo “finestra” di alcuni minuti che va dalle prime avvisaglie del pericolo all’esperienza dell’ansia conclamata: una volta individuati, i pensieri vengono corretti e riformulati.

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In una situazione di forte ansia può essere tuttavia molto difficile mantenere il sufficiente autocontrollo per analizzare i propri pensieri e modificarli, ed è per tale ragione che è stata sviluppata una moderna tecnica, chiamata ACT (“acceptance and commitment therapy”). Piuttosto che tentare di modificare i pensieri, li si osserva in modo distaccato e neutro e li si accetta, trattandoli come “onde” che hanno un inizio ed una fine. L’ACT è molto simile alla “mindfulness”, una pratica meditativa che pone attenzione esclusiva al “qui ed ora” e alla piena accettazione di tutto ciò che accade.

Trattare i pensieri come un qualcosa che arriva e se ne va toglie ad essi ogni connotato di pericolosità, rendendoli incapaci di attivare l’amigdala. Lo stesso accade per tutti gli altri stimoli, come quelli uditivi e visivi.

L’ACT e la mindfulness associano tecniche di respiro che stimolano il sistema nervoso parasimpatico ed aumentano il senso di sicurezza e rilassamento. Tutto il cervello entra in uno stato di calma e l’amigdala, così come le altre strutture coinvolte nei circuiti difensivi, si disattiva.

La memoria di lavoro è interamente occupata dalla consapevolezza del presente in quanto tale, che non viene giudicato e valutato, e che quindi non può risultare in alcun modo pericoloso.

 

CALMARE IL CORPO PER CALMARE IL CERVELLO

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Quando si attivano i circuiti difensivi di sopravvivenza del cervello, si verifica un aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico che incrementa la funzione di tutti gli organi in vista di un possibile attacco o di una fuga:

  • Muscoli: vengono messi in tensione
  • Cuore: i battiti accelerano, talvolta all’impazzata
  • Polmoni: aumenta il numero e la profondità dei respiri
  • Pelle: si ha la pelle d’oca e sudorazione al palmo delle mani
  • Occhi: si verifica un aumento del diametro pupillare

Inoltre il simpatico stimola la produzione di ormoni come adrenalina e noradrenalina da parte dei surreni, che agiscono incrementando il metabolismo.

Una volta che tutti questi meccanismi sono attivati, il cervello registra i cambiamenti e li interpreta come il segno tangibile che la situazione è pericolosa: potremmo dire che il pericolo è diventato reale perché ha indotto cambiamenti reali!

Da questo momento in poi, ci può essere un’escalation verso gli attacchi di panico, se non si fanno regredire tali modificazioni: ma ciò è possibile, poiché abbiamo a disposizione alcuni minuti. Ovviamente in tali casi l’agopuntura a Torino non è utile.

E’ possibile invertire queste reazioni attivando il sistema parasimpatico che, all’opposto di quello simpatico, riduce la funzione di tutti gli organi: la respirazione profonda e diaframmatica è un eccellente metodo di stimolazione del parasimpatico.

Non solo, è possibile ridurre la tensione muscolare, ad esempio ponendo in contrazione determinati muscoli e successivamente rilassandoli.

Il cervello elabora tali segnali come la prova tangibile che la situazione che stiamo vivendo non è pericolosa.
L’agopuntura possiede la straordinaria capacità di attivare il parasimpatico e di ridurre l’intensità delle risposte difensive del cervello e la conseguente produzione degli ormoni.

 

TECNICHE DI ESPOSIZIONE

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I soggetti ansiosi sono “condizionati” (vedi esperimenti Pavloviani), cioè attivano i propri circuiti difensivi di sopravvivenza in risposta a molti stimoli innocui non pericolosi. I motivi per cui ciò accade li abbiamo discussi in precedenza (vedi la pagina “l’ansia si apprende”).

E’ possibile “decondizionarsi”, esponendosi ripetutamente alle situazioni che scatenano l’ansia fino a che smettono di essere percepite come pericolose: questo fenomeno è conosciuto come estinzione della minaccia (vedi pagina “l’ansia si apprende”)

Questa terapia di esposizione mirata all’estinzione viene utilizzata nel corso della psicoterapia cognitivo-comportamentale, che rappresenta la psicoterapia più studiata e  validata nel trattamento dell’ansia e panico.

E’ stato anche chiarito il meccanismo attraverso cui funziona la terapia di esposizione: attivando la corteccia prefrontale ventro-mediale (CPVM), che funge da interruttore in grado di spegnere l’amigdala. Man mano che il soggetto si espone alla situazione temuta, i circuiti nervosi  che connettono la CPVM e l’amigdala si rafforzano sempre più.  Tutto questo si realizza in virtù della plasticità neuronale, cioè della capacità del cervello di modificare la struttura dei neuroni attraverso esperienza e apprendimento.

Nel corso della psicoterapia cognitivo-comportamentale si utilizza la strategia della desensibilizzazione sistematica, attraverso cui l’individuo si espone gradualmente alla situazione temuta. La situazione di esposizione non necessariamente è reale, ma spesso è solo immaginata, almeno nella prima fase del lavoro.
L’agopuntura praticata a Torino dal dottor Giuseppe Fatiga è in grado di accelerare l’estinzione della minaccia (vedi pagina ansia e panico: l’agopuntura).

 

PREVENZIONE DELL’EVITAMENTO

Come visto, l’evitamento delle situazioni apparentemente ci tiene lontani dall’ansia, in realtà è un evento negativo per due ragioni: limita gli spostamenti e la vita sociale, e rafforza l’idea che la situazione evitata è realmente pericolosa. Si creano fantasmi nella nostra immaginazione, di cui il soggetto ansioso non si libera più finché non li confronta nuovamente, guardandoli a “viso aperto” e verificando che siano innocui.

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Nel corso della psicoterapia cognitivo-comportamentale il paziente impara a riconoscere le condotte di evitamento, le loro conseguenze nefaste e neutralizzarle.

“Se stai trattando la tua ansia con la terapia cognitivo-comportamentale, devi sapere che l’agopuntura può aumentare la sua efficacia. Il dottor Giuseppe Fatiga di Torino riceve in via Monte Santo 6. Chiamalo al 3809043007 per una seduta di agopuntura a Torino”

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