L’agopuntura nel dolore cronico della spalla: studio con la Risonanza Magnetica Funzionale

IL DOLORE DELLA SPALLA

Il dolore della spalla è un disturbo comune, che deriva per lo più da una sofferenza dei tendini della cuffia dei rotatori. Spesso ci troviamo di fronte a patologie altamente invalidanti, che riducono i movimenti di sollevamento dell’arto superiore sopra la testa, inficiando alcuni gesti quotidiani essenziali, come pettinarsi. Il soggetto non riesce neppure a portare il braccio indietro verso la scapola: allacciarsi il reggiseno o indossare la giacca diventa impossibile. E questo è tutto sommato lo stadio meno grave della patologia: talvolta si formano della calcificazioni dolorosissime, che disturbano persino il riposo notturno, oppure la pericolosa capsulite adesiva (spalla congelata), che può durare più di un anno. Fortunatamente le cure per questo genere di patologie esistono, a tutti gli stadi, e tra queste l’agopuntura è certamente una delle migliori in termini di efficacia e sicurezza.

L’AGOPUNTURA E’ SOLO EFFETTO PLACEBO?

Nonostante l’agopuntura sia molto efficace, spesso più delle terapie convenzionali, molti ricercatori continuano ad affermare che sia solo un placebo, e non abbia una reale specificità terapeutica. Questo non è vero. Lo studio che presentiamo è un’osservazione di ciò che accade nel cervello quando stimoliamo uno specifico punto di agopuntura nel dolore cronico della spalla. La Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) – è questa la metodica che esamina il funzionamento del cervello in vivo – riesce infatti a dimostrare che l’agopuntura ha effetti specifici in patologie specifiche: come emerge da questo studio, persino il lato in cui viene stimolato un punto di agopuntura produce effetti molto diversi.

DOLORE CRONICO DI SPALLA: COME AGISCE L’AGOPUNTURA?

Lo studio di Shuai Zhang et al. del 2018 è stato condotto su 24 pazienti: sembrano pochi, ma non lo sono affatto, perché questo genere di ricerche effettuate sul cervello è molto complesso. I soggetti sono stati assegnati in modo “casuale” a due gruppi: in uno l’agopuntura è stata praticata su uno specifico punto situato sulla gamba – ST-38 tiaokou – dal lato opposto a quello del dolore, mentre nell’altro gruppo è stata effettuata dallo stesso lato del dolore. Il  funzionamento del cervello è stato valutato prima e dopo il trattamento di agopuntura. E’ stata misurata anche l’intensità del dolore con una scala chiamata VAS  e la funzionalità della spalla avvalendosi del punteggio di Constant-Murley (CMS). In entrambi i gruppi si è verificata una significativa riduzione del dolore ed un altrettanto significativo miglioramento della funzionalità, ma l’agopuntura praticata sul lato opposto al dolore è risultata più efficace. Ma non solo. L’effetto delle due tecniche sul cervello è risultato molto diverso: nel gruppo di agopuntura effettuata sul lato opposto al dolore è stata riscontrata l’attivazione della corteccia cingolata anteriore, mentre in quella eseguita sullo stesso lato si è osservata l’attivazione di una via del tutto diversa, il circuito tronco cerebrale-talamo-corteccia. Pertanto, l’agopuntura è  molto specifica, a tal punto che persino la scelta di un punto su un lato del corpo piuttosto che sull’altro comporta un effetto molto differente, come testimoniato dalle diverse aree che “si accendono” nel cervello per effetto della stimolazione agopunturale. Del resto, sin dalle sue origini millenni fa, l’agopuntura ha sempre prestato molta attenzione al lato del corpo in cui inserire gli aghi.

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