EPIDEMIE ED EMOZIONI IN MEDICINA CINESE

IL DISAGIO EMOTIVO NELLE EPIDEMIE

In questo articolo vorrei parlare di un tema a mio avviso fondamentale per affrontare al meglio questo difficile momento storico che tutti noi stiamo vivendo. Quali emozioni sono attivate nel corso di un’epidemia come quella da Coronavirus? Che funzione hanno queste emozioni, e quali sono le loro ripercussioni sulla nostra salute fisica e psichica secondo la medicina cinese? Esistono dei modi per gestire queste emozioni? Cerchiamo di rispondere a ciascuno di questi quesiti. In questo articolo focalizziamo la nostra attenzione sulla paura, sull’ansia e sul panico.

LA PAURA…FINO AD ARRIVARE AL PANICO

Un cerchio che sembra stringersi intorno a noi: ecco la metafora di cosa accade nel corso di un’epidemia. All’inizio si tratta di un qualcosa che arriva da lontano, come l’eco di un suono distante, che produce uno stato di ansia, cioè un’attivazione generica delle risposte difensive del cervello: tensione, nervosismo, un vago senso di paura. Ma poi tocchiamo con mano questa entità invisibile, il virus, che ora esiste e prende forma, perché riguarda persone che direttamente o indirettamente fanno parte della nostra vita, fino a diventare un pericolo reale: a questo punto mentalizziamo che anche noi e i nostri cari potremmo infettarci. Ed è qui che l’ansia può diventare importante, fino ad evolvere in vero e proprio panico. In questa condizione è molto importante il ruolo della corteccia cerebrale prefrontale, cioè di quella zona del cervello che è capace di modulare l’attività dell’amigdala, che rappresenta invece la centralina di allarme che si attiva negli stati di ansia e panico. La corteccia prefronatale è la parte più evoluta del cervello, che è in grado di sottomettere le reazioni emotive più istintive ed irrazionali. In che modo? Beh, prima di tutto approfondendo la reale entità del pericolo, cosa esso comporta, e cosa si può fare ogni giorno per starne alla larga. Alcuni esempi pratici. Stare in casa – il cosiddetto isolamento preventivo – è una misura che già da sola scongiura la possibilità di un’infezione: se la rispettiamo non ci ammaliamo. Indossare la mascherina e mantenere la distanza di sicurezza dagli altri è un’altra misura essenziale. Non dobbiamo poi essere estremisti, per non adottare comportamenti eccessivamente restrittivi laddove non ce n’è bisogno: ad esempio passeggiare vicino casa, magari in una bella giornata di sole, non incrementa il rischio di infezione se manteniamo le distanze di sicurezza dagli altri, ed è molto utile a lenire lo stato di ansia. Non dobbiamo poi pensare che il virus sia disperso nell’aria e si trasmetta con questa modalità, per cui ben venga rilassarsi con la lettura di un libro sul balcone di casa: possiamo anche cenare sul balcone godendoci un bel tramonto. E’ quanto mai importante, in questa situazione, il respiro, che deve essere profondo e rilassato, in modo da attivare il sistema nervoso parasimpatico che calma tutto l’organismo, antagonizzando il sistema simpatico che è iperattivo nelle condizioni di ansia e di stress. L’ascolto della musica è un altro strumento formidabile per placare gli stati di ansia, soprattutto la musica classica, come dimostrato peraltro dalle moderne neuroscienze. L’armonia dei suoni della musica classica è infatti in grado di sincronizzare le onde cerebrali, riducendo l’ipereccitabilità dei neuroni, ed è anche in grado di bilanciare l’attività dei due emisferi cerebrali. A questo proposito, dovete sapere che nelle condizioni di ansia vi è un’iperattività del cervello emotivo, che corrisponde all’emisfero destro, ed un’ipoattività del cervello logico-razionale, cioè dell’emisfero sinistro: ebbene, la musica classica riequilibra i due emisferi, incrementando lo scambio di informazioni da uno verso l’altro attraverso il corpo calloso. Per lenire l’ansia sono rilevanti anche i rituali, cioè i gesti quotidiani che cadenzano il tempo e ci fanno sentire al riparo dai pericoli: sono appuntamenti fissi come bere una tisana rilassante, o telefonare ad una persona cara. Non dimentichiamoci infine la sessualità, che sappiamo essere in grado di liberare endorfine e dopamina, nonché di portare l’organismo in uno stato di profonda di parasimpaticotonia.

LA FUNZIONE DELL’ANSIA

L’ansia ed il panico sono un problema solo quando sono reazioni esagerate, non commisurate all’entità del pericolo, mentre entro certi limiti sono assolutamente fisiologiche. Ad esempio, nel caso di un’epidemia, queste emozioni salvaguardano la nostra incolumità. Trovo signifiativo il fatto che chi soffre di panico e agorafobia, per guarire, debba essere incoraggiato ad uscire di casa ed affrontare le situazioni temute, e che invece, in un’epidemia, gli individui siano invitati a stare in casa per la loro incolumità: questo conferma che il pericolo è un concetto che deve essere sempre contestualizzato, e soprattutto che l’ansia e il panico sono sempre funzionali dal punto di vista filogenetico. In chi soffre di agorafobia, nel cervello scatta un allarme che produce il medesimo comportamento che viene adottato nel corso di un’epidemia: in quel caso non è la reazione che è sbagliata, ma lo è il fatto di essere fuori contesto. Quindi la differenza ancora una volta la fa la corteccia cerebrale, che deve adattare un determinato schema di comportamento – che è innato – alle specifiche situazioni. Volete che vi sveli un’altra curiosità? Pensate che in questo momento storico, molti tra coloro che soffrono di ansia e panico non temono affatto il virus: questo perché spesso l’oggetto temuto da chi è ansioso è più simbolico che reale, ed anche perché nel cervello esiste una funzione che si chiama memoria di lavoro, per cui se il soggetto è già impegnato a processare dei segnali di pericolo immaginari o simbolici, non c’è spazio per altri stimoli. Potrebbe anche succedere il contrario: che in corso di un’epidemia, la paura del virus spazzi via antiche paure, per le quali non c’è più spazio.

LA PAURA IN MEDICINA CINESE

La medicina cinese definisce la paura e il timore come due emozioni che accelerano i battiti cardiaci, rimandando quindi indirettamente al concetto di ansia, che in medicina cinese non esisteva. Oggi sappiamo che questo sintomo è dovuto ad un incremento dell’attività del sistema nervoso simpatico e alla produzione di cortisolo e delle catecolamine (adrenalina e noradrenalina), che deprimono il funzionamento del sistema immunitario, soprattutto a livello dei linfociti T e delle cellule natural killer. Un motivo in più per contenere l’ansia eccessiva, se vogliamo mantenere alta la risposta immunitaria nei confronti di un’eventuale infezione. Se perdurano, la paura e il timore generano uno stato di precarietà e di allerta, danneggiando gravemente l’organo Rene, che necessità di stabilità. Dovete sapere che il Rene è l’organo che sostiene tutti gli altri organi, rappresentando il serbatoio di energia (il qi) dell’intero organismo; il funzionamento del sistema immunitario – che è una forma di qi chiamata wei qi – dipende pertanto da un funzionamento ottimale del Rene. Oltre ad esaurire il qi del Rene, la paura impedisce al qi del Polmone di scendere verso il Rene, alterando quindi il respiro. Il terrore, che è l’espressione massima della paura, così come lo spavento, danneggiano gravemente il Rene, ma anche il Cuore, producendo quindi molti sintomi di ansia e di panico come batticuore, senso di pesantezza al cuore e sudorazione. Soprattutto in chi è già affetto da malattie cardiovascolari, come problemi alle coronarie ed ipertensione, questi effetti possono essere particolarmente nocivi: un motivo in più per mettere in atto le strategie suddette contro il disagio emotivo.

Arrivederci al prossimo articolo, che si occuperà di come gestire le altre emozioni.

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