TERAPIA DEI TRIGGER POINT NEL DOLORE CRONICO DELLA SPALLA

TRIGGER POINT DELLA SPALLA E AGOPUNTURA

Il dolore cronico della spalla si associa spesso alla presenza dei trigger point, punti altamente dolorosi nel contesto di uno o più muscoli della regione della spalla. Trigger point significa “punto grilletto”, per indicare che questi punti proiettano (“sparano”) dolore a distanza: spesso fungono da epicentro della sintomatologia, da cui il dolore si propaga ad una zona molto più vasta. Se si riesce a disattivarli, la sintomatologia legata alla sindrome da “impingement” della spalla migliora nettamente: ricordiamo qui che con il termine “impingement” si intende un conflitto, uno sfregamento patologico dei tendini della cuffia dei rotatori contro le pareti del canale che li contiene, un conflitto per l’appunto, che esita in una tendinopatia. Gli autori dello studio che proponiamo partono dal presupposto che l’agopuntura* è molto efficace sulla sindrome da impingement della spalla, ma che non è semplice pungere un trigger point quando il dolore è molto forte, soprattutto se si tratta di un punto del muscolo trapezio superiore. Gli autori (Fahimeh Kamali e collaboratori, 2019) hanno quindi deciso di valutare la possibilità di pungere un altro trigger point senza evocare dolore, quello del muscolo sottospinato (o infraspinato), e se l’agopuntura praticata su questo trigger point (ISP) possa essere efficace quanto l’agopuntura effettuata sul trigger point del muscolo trapezio superiore (UT).

METODI

Si tratta di uno studio clinico randomizzato, in cui un totale di 40 atleti affetti da sindrome da impingement della spalla sono stati assegnati in modo “casuale” a due gruppi, sottoposti rispettivamente ad agopuntura * sul trigger point dell’ISP (19 soggetti) e ad agopuntura* sul trigger point del muscolo UT (20 soggetti). Sono stati valutati l’intensità del dolore con la scala VAS ed altri parametri, prima e dopo i trattamenti.

RISULTATI

Il dolore e le disabilità sono diminuiti in modo significativo in entrambi i gruppi, senza differenze di rilievo tra essi. Gli autori concludono che nella sindrome da impingement l’agopuntura* condotta sui trigger point dell’ISP è efficace quanto l’agopuntura sui trigger point dell’UMT nel migliorare il dolore e le disabilità degli atleti con dolore alla spalla, e che pertanto può essere preferita per il maggiore comfort del paziente, rispetto invece al fastidio procurato dalla puntura diretta del punto più dolente dell’UT.

COMMENTI

Questo studio è a mio avviso molto interessante, perché conferma quelli che devono essere i canoni della buona pratica dell’agopuntura: mai pungere per primi i punti più dolorosi, ma avvicinarsi “gradualmente” al focolaio. Gli autori, pur partendo da principi empirici diversi dalla medicina cinese, hanno confermato quelle che da sempre sono le linee guida che seguo nel mio studio di agopuntura a Torino, per cercare di procurare il minor dolore possibile al paziente.

*Nella’articolo si parla di dry needling, che significa “ago a secco”. E’ un termine che indica una tecnica praticata al di fuori dei canoni della medicina cinese da operatori che spesso non sono medici né agopuntori (fisioterapisti etc…), ma di fatto è una vera e propria agopuntura. Senza saperlo, queste figure professionali trattano infatti punti che la medicina cinese conosce bene, e che da sempre chiama punti ashi.

Per l’articolo in inglese leggi qui.

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