INTRODUZIONE
E’ oramai da diversi anni che svolgo la mia attività di agopuntore a Torino, ed ho trattato molti problemi dei tendini della spalla, ottenendo spesso la completa guarigione del paziente. Tra questi disturbi, quello noto come “spalla congelata” è il più grave, comportando una riduzione estrema dei suoi movimenti, oltre a cagionare dolore e a protrarsi per molti mesi. Trovo quindi particolarmente significativi gli effetti positivi dell’agopuntura anche in questa condizione clinica, come dimostra lo studio che mi accingo a presentarvi. Il lavoro, opera di Mahsa Asheghan e collaboratori, è stato pubblicato nel 2016, ed indaga l’efficacia dell’agopuntura proprio nella spalla congelata.
MATERIALI E METODI
Si tratta di uno studio clinico controllato, nel quale un totale di 40 pazienti sono stati assegnati a due gruppi, uno trattato con l’agopuntura (20 soggetti), l’altro – che rappresenta il gruppo di controllo – sottoposto alle cure usuali (20 soggetti). Nello studio sono stati valutati con apposite scale, in entrambi i gruppi, il dolore articolare, l’efficienza dei movimenti e la qualità della vita, con misurazioni al “basale”, alla fine del ciclo di trattamento un mese e mezzo dopo, e dopo 3 mesi.
RISULTATI
Nel gruppo sottoposto ad agopuntura si è osservato un significativo miglioramento della funzionalità della spalla rispetto al gruppo di controllo. I risultati erano già evidenti dopo un mese e mezzo, ma ancor di più dopo 3 mesi, quando emergeva anche una significativa riduzione del dolore rispetto al gruppo di controllo. Quindi un effetto che si consolidava sempre di più con il passare dei mesi.
COMMENTI
Anche in una condizione grave come la spalla congelata l’agopuntura risulta efficace. Nel corso della mia attività di agopuntura a Torino posso dire di aver riscontrato analoghi risultati, in assenza peraltro di effetti collaterali. Come si evince chiaramente dai risultati dello studio, occorre però un po’ di pazienza prima di apprezzarne tutti i benefici: in una fase iniziale migliorano i movimenti, poi, piano piano, si riduce anche il dolore.
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