IL VALORE AGGIUNTO DELLA MOXA NELLA SPALLA CONGELATA

LA CURA DELLA CAPSULITE ADESIVA

Abbiamo visto che la capsulite adesiva è il problema più grave che può affliggere i tendini della spalla, ed in particolare il tendine del sovraspinato. La gravità è legata prima di tutto all’estrema sofferenza soggettiva del paziente, che oltre a lamentare un notevole dolore per movimenti anche minimi della spalla o persino a riposo e nella notte, spesso è afflitto da una notevole ansia o depressione. Si tratta poi di un disturbo che può perdurare un anno o più, e che solitamente risponde in maniera parziale o persino nulla ai trattamenti convenzionali. Ecco perché avere a disposizione una terapia efficace e per di più naturale come l’agopuntura è così importante: come dimostra lo studio che presentiamo, pubblicato nel 2019, essa può essere di grande giovamento soprattutto quando viene abbinata alla moxa, cioè alla combustione dell’artemisia vulgaris che rilascia un benefico calore sulla spalla. Oggi sappiamo che il calore, quando adeguato in qualità e quantità – e certamente lo è quello della moxibustione – può stimolare i meccanismi di rigenerazione delle fibre tendinee, incrementando l’afflusso di sangue ai tendini e quindi l’attività delle cellule tendinee che producono le fibre collagene. Il risultato, oltre alla riduzione del dolore, è l’incremento della resistenza e dell’elasticità dei tendini, che consentono movimenti più ampi è più vigorosi, nella direzione di un recupero pieno della qualità della vita del soggetto.

AGOPUNTURA E MOXA: L’ALLEANZA VINCENTE

In questo studio Gao L et al. hanno arruolato un totale di 60 pazienti che presentavano un quadro di spalla congelata, suddividendoli in maniera “causuale” in due gruppi, uno sottoposto a moxibustione intensiva associata all’agopuntura, e l’altro a sola agopuntura (per un totale di 30 soggetti per gruppo). Ai pazienti appartenenti al “gruppo di moxibustione più agopuntura” , al termine della seduta di agopuntura, è stato applicato un segmento di bastoncino di moxa acceso a livello della spalla interessata, mantenendolo per 40-50 minuti. Dopo il trattamento, a tutti i pazienti è stato infine chiesto di eseguire una serie di esercizi per la spalla. Per valutare la severità del dolore è stato utilizzato un sistema di misurazione chiamato VAS, mentre per quantificare lo stato funzionale della spalla è stata utilizzata un’altra scala, quella di Constant-Murley.

QUALI RISULTATI PRODUCE L’ASSOCIAZIONE DELL’AGOPUNTURA E DELLA MOXA?

Alla conclusione dello studio, il dolore si era ridotto in maniera significativa in entrambi i gruppi. Era invece aumentato in modo significativo il punteggio della scala di Constant-Murley relativo alle attività della vita quotidiana, al movimento etc…, anche in questo caso in entrambi i gruppi. Tuttavia l’effetto terapeutico della moxibustione più agopuntura è risultato essere significativamente superiore a quello della semplice agopuntura sia nel ridurre il punteggio VAS relativo al dolore che nell’aumentare il punteggio totale della scala di Constant-Murley. I due terzi dei pazienti trattati con agopuntura più moxibustione erano guariti, mentre solo un terzo dei pazienti trattati con la sola agopuntura erano guariti: un bel vantaggio terapeutico! Inoltre solo 2 soggetti del gruppo agopuntura più moxibustione non avevano avuto alcun giovamento, a fronte dei 7 pazienti del gruppo trattato con la sola agopuntura. Nel complesso, il 93% dei pazienti trattati con agopuntura più moxibustione aveva avuto un beneficio, rispetto al 75% del gruppo trattato con la sola agopuntura. In conclusione, il tasso di efficacia terapeutica della moxibustione associata all’agopuntura è risultato essere superiore a quello della sola agopuntura, e ciò è probabilmente dovuto agli effetti biologici del calore. Anche alla luce di questi risultati, sono ancora più convinto che l’associazione dell’agopuntura e della moxibustione rappresenti una vera e propria medicina rigenerativa proprio come la moderna PRP e le tecniche analoghe. Va infine sottolineata l’importanza di abbinare sempre un’appropriata mobilizzazione della spalla, per rompere le eventuali aderenze che “incollano” i tendini ai tessuti adiacenti.

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